YESTERDAY YOU TOLD ME ABOUT THE BLUE BLUE SKYYYY AND AAAAALL THA- No, purtroppo Lemon Tree Passage non è un film horror sull’ossessione psicologica che una canzonetta può provocare. È forse un film su un albero di limone? Proviamo a chiederlo a un albero di limone: “Signor albero di limone, questo film è su di lei?” “…” “Forse sono troppo lontano. Aspetti, mi avvicino. Ecco. Dicevamo, signor albero di limone, questo film parla della sua dura vita da albero di limone?” “…” “In effetti lei è solo un albero di limone, perché dovrebbe rispondermi” “…” “Beh, già che ci sono mi faccio una limonata. Grazie per i tuoi limoni, albero di limone” “…”. Quindi ne abbiamo la certezza: questo film non è basato su un albero di limone, ma forse sarebbe stato meglio. Questo film è basato su un video di youtube australiano basato su una leggenda australiana abbastanza scarsa che nessun australiano conosceva prima del video australiano di cui sopra. Questo video altro non è che una luce in fondo alla strada girata col primo telefonino munito di videocamera e un branco di ragazzetti australiani palesemente ubriachi che urlano cose tipo “OHMAGAAAHDRUFOCKINGKIDDINME” per un intero, lunghissimo minuto. La leggenda vuole che una volta raggiunti i 180 km/h sulla Lemon Tree Passage Road il fantasma di un motociclista apparirà alle spalle della macchina sotto forma di luce colorata. Da qui il video matto che ha fatto parlare di sé non tanto per il contenuto, che manco ci prova a sembrare vero, ma per il trend malato che ha portato alla luce: ragazzetti che guidano a velocità proibitive su una strada tutt’altro che sicura. Qualcuno, nel frattempo, si è fatto male, mentre nessun albero di limone è ancora stato danneggiato. Forse lì intorno non ce ne sono proprio, di alberi di limone.
Lemon Tree Passage si basa su quanto appena detto, prendendo letteralmente come premessa e apertura il video di prima e scrivendoci sopra un film intero, e nonostante tutto la premessa non è la cosa peggiore del film. A dirla tutta, mentre il film inizia e la leggenda viene presentata a un gruppo di turisti americani, il film avanza goffo, ma funziona. Che il fantasma sia roba vera non viene nemmeno messo in dubbio: un’entità c’è e quando non sta uccidendo gente nei boschi sta torturando persone che hanno a che fare con lei. Grazie a questo, i primi 5 minuti lo fanno sembrare un film promettente. All’altezza dei 25 minuti, coi personaggi in spiaggia che recitano male e dicono cazzate, ancora non si odia nessuno. I vari lampi d’orrore sono ben ritmati, cose buffe accadono a una delle protagoniste e sono abbastanza criptiche ed esplicite da essere carine. C’è una certa direzione, molto fragile, che sembra andare da qualche parte. Essendo dato per scontato, la prima manifestazione del fantasma al gruppo avviene relativamente presto e velocemente. Muore uno, e c’è un’inquadratura secondo me bellissima che piazza il tono giusto per la situazione: due entrano nel bosco ridendo e a lato inquadratura una figura trascina un corpo. Da qui in poi crolla tutto, il film si perde a girare nei boschi tra omicidi e apparizioni confuse che appaiono qua e là senza un vero senso dello spazio e del tempo e si incastra cercando di spiegare le circa mille sfumature del mistero di Lemon Tree Passage inventate per l’occasione. Un peccato, perché era partito bene e poteva diventare un filmetto molto semplice ma carino semplicemente aggiustando la sceneggiatura, togliendo elementi di troppo e applicando un po’ di sana logica ai personaggi, che a un certo punto iniziano a fare cose e caso e tu sei lì a dirti “mmmmmh”.
Poteva continuare su una strada, scrivere il fantasma come un’entità sadica e basta perché a noi ci piace il sangue, uccidere tutti in modi fantasiosi, divertenti e pieni di sangue che a noi ci piace, e farlo finire trasformando tutti in fantasmi e uccidendo qualcun altro, ma in gruppo.
Poteva essere un cortometraggio, e ci avrebbe fatto una figura migliore.
Poteva non essere australiano, almeno la grande tradizione australiana degli horror australiani tutti matti e incredibili sarebbe rimasta tale.
Poteva parlare di alberi di limone.
Alti, belli, profumati alberi di limone.
E invece, i ragazzetti.
Intrecci complicati.
Video su youtube.
Un tizio che fa brutto a caso solo per incasinare la trama.
Ma perché nessuno ci pensa più, agli alberi di limone?
DVD-quote:
“Riesce a non parlare di alberi di limone”
Jean-Claude Van Gogh, i400calci.com
dalla tua aspra recensione traggo la conclusione che il suddetto sia un film con ragazzi la cui massima utilità dovrebbe essere andare a raccogliere limoni in sud Italia?
Niente alberi di limone? Buuuuuuuu
L’unica cosa che dirò a riguardo è che è meglio un “Lemon Tree Passage” che un “lemon party”
Credo che vedrò questo film in giardino… col mio albero di limoni
Grandi i fool’s garden
penso che se fossi rapito da un maniaco, venissi rinchiuso in uno stanzino, e fossi costretto a scegliere tra questo e uno speciale di porta a porta sui presepi di natale, non avrei dubbi e mi caverei gli occhi
Esco da mio albero di limone e ho molta paura
*dal
Poveri alberi di limone…..