Il punto è: a chi serve?
What We Become è un altrimenti simpatico film di zombie che arriva dalla Danimarca e che ha un po’ quel problema lì di non sapere proprio di un cazzo, e di dire delle cose che altri hanno già detto in passato, meglio e con più carisma, o brillantezza, o idee. Non ha nulla di realmente brutto, e ha quel tocco di squallore nordeuropeo che quantomeno segna uno stacco estetico dalla media dei film di zombie degli ultimi, oh, non lo so, dieci anni? quindici? decidete voi quando il genere ha saltato lo squalo ed è diventato un contenitore un po’ vuoto da riempire con qualsiasi idea del cazzo venga in mente al brillantone di turno.
Almeno questo What We Become non lo fa. È al contrario quasi apatico nel suo approccio al racconto: ha una storia, la storia si svolge, la storia finisce. È tutto al posto giusto. Non c’è niente di memorabile. È un film di zombie. Enfasi su un.
Non lo so, a chi serve? Sigla!
Bo Mikkelsen, che è ovviamente al debutto sulla lunga distanza, è un bravo ragazzo, e sicuramente un bravo studente: chiunque gli abbia insegnato il mestiere sarà rimasto impressionato dalla sua dedizione e dalla sua capacità di non sgarrare mai e di seguire ogni regola con precisione pedissequa. Il tipico bravo ragazzo da 8 in pagella, con la fantasia e la personalità di chi si offre sempre per primo alle interrogazioni programmate. What We Become è un film scolastico nel senso che potrebbe essere una tesi di fine corso accolta con tutte le lodi da una commissione di parrucconi, del quale mezz’ora dopo la visione non si ricorda assolutamente nulla sul piano cinematografico se non che “funziona”.
C’è una famigliola danese che vive nei sobborghi bene della cittadina di Sorgenfri. Il figlio adolescente è un po’ un ribelle e un monellaccio, la figlia ottenne (non nel senso del passato remoto) è una dolce pallina di amore biondo e riccioloso, la mamma è una Mamma Dei Film e il padre è il Michael Stipe danese.
La quiete domestica di questa famiglia che si distingue dalle altre famiglie del vicinato per assolutamente nessun motivo viene turbata dallo scoppio di un’epidemia di Qualcosa, nella ridente Sorgenfri, epidemia che nel giro di un paio di giorni fa comparire l’esercito in città, scattare il coprifuoco e ricoprire tutte le casette danesi con grossi teli neri della quarantena™.
Sono passati venti minuti e da lì What We Become prova a diventare un Film che Dice Qualcosa, nello specifico sulla Condizione Umana. Avete presente quella serie con gli zombie in cui capita spesso che gli zombie siano assenti in favore di un numero variabile di persone riunite in un luogo angusto a odiarsi in vari modi? Quello, in Danimarca. E con gli ospiti speciali, ovviamente! Che tensione sarebbe senza Nutella l’arrivo di un paio di elementi esterni in cerca di un rifugio dall’esercito cattivo (che nel frattempo ha cominciato a sparare in fazza alla gente per strada) e dalla tremenda malattia (che è ancora senza una cura nonostante ci stiano lavorando persino IN AMERICA) che sta trasformando l’altresì idilliaca Sorgenfri in una città fantasma? Diamo così il benvenuto nella casa a: la coppia di vicini che portano in dotazione un fucile da cecchino, la vicina di casa ventenne formosa per fare contento il figlio adolescente ma con madre potenzialmente infetta in dotazione.
Il problema è che non basta aggiungere carne al ragù per insaporirlo, e uscendo dalla metafora prima che sia troppo tardi, neanche l’arrivo di volti nuovi cambia le dinamiche interne alla Casa in Quarantena, quantomeno non in modo interessante. What We Become si appoggia molto alla ripetizione, alla ciclicità delle giornate rinchiusi in una casa per provare a far crescere la paranoia in vista di una possibile esplosione finale, ma (paradossalmente anche a causa della sua durata limitata, un’ora e venti neanche) non lascia a queste dinamiche lo spazio di cui avrebbero bisogno per respirare ed evolversi in qualcosa di interessante, se davvero la tua idea di film di zombie dev’essere “gente in casa che sbrocca mentre fuori c’è l’apocalisse”.
Ogni tentativo di esplorazione della nostra umanità si ferma alla superficie, e anche nei momenti di massima tensione non si va mai oltre scambi come
«Abbiamo quasi finito il cibo! Non possiamo farli entrare in casa!»
«Ma pensa se fossimo noi!»
«Be’ NON LO SIAMO»
, con l’eccezione di una sequenza straordinaria piazzata a due terzi di film che da sola vale il prezzo del biglietto. E che tra l’altro fa da motore narrativo al terzo atto, Quello Che Succede.
È il momento in cui dovremmo in teoria liberarci delle catene della claustrofobia e scoprire cos’è successo al resto della città mentre i Nostri si consumavano tra le mura domestiche, il problema è che Mikkelsen s’è dimenticato in precedenza di stabilire un qualsivoglia legame con l’allegra borgata di Sorgenfrei, il che ha come conseguenza un finale in cui i personaggi vagano a caso per luoghi a noi non familiari e senza uno scopo chiaramente identificabile, poi il reparto effetti speciali ha deciso che si era rotto il cazzo di passare le giornate a giocare a Ruzzle e What We Become diventa l’ennesimo “film con tanti zombie” senza particolari guizzi, dimenticandosi lungo la strada di spiegarci perché avremmo dovuto stare ad ascoltarlo fin lì.
Ma piazzando l’immancabile teaser per un immancabile sequel con l’ultima inquadratura, perché Mikkelsen ha seguito anche Marketing Cinematografico per qualche credito extra.
DVD quote:
“Mæh”
Stanlio Kubrick, i400calci.com
Basta film di zombi..a meno che non sia un dead snow 3
Considerazioni varie:
1. “What We Become” sembra il titolo di un videogioco survival horror prodotto da Naughty Dog.
2. La DVD quote è bellissima.
3. Questo film lo salto a pie’ pari.
Rece esaustiva. Personalmente guardo pochi horror e questo certo non è in cima alla lista. Piuttosto ho visto che avete jumpato la rece del film con Ben Affleck sicario uscito qualche settimana fa. Non era abbastanza calciata?
“jumpato”? Vorrai dire “skippato”! Siamo in Italia, parla italiano.
no skippato è da froci. si dice jumpare.
Poi mi metterete alla gogna, ma The Accountant è la cosa più calciabile che ho visto in parecchi mesi…
Io purtroppo stavo ancora in ospedale e l’ho jumpato, mi ispirava un fracco
Ben affleck autistico che spacca il mondo a colpi di Barret calibro .50? Cazzo se è calciabile. Sono settimane che ogni mattina apro questo sito pensando di trovarci la rece di accountant e invece niente…
Minchia, in ospedale ? Ma che ti è successo ? Spero adesso tutto bene. Ben tornato.
Sì beh ho fratturato tibia (scomposta), perone, trapezio, 3 costole, bucato un polmone e lussato il fegato. Incidente in scooter (non colpa mia tra l’altro). Stare bene non è proprio lo stato con cui mi identifico ma sono in recupero, oggi sono passato ad usare solo una stampella e gia mi pare una conquista.
Per rendere la notizia calcista ci aggiungo che l’incidente l’ho fatto mentre tornavo da un negozio in cui ero appena andato a comprare il dvd di Fuga Da Alcatraz di zio Don Siegel.
Azz Axel, che mazzata, dispiaciutissimo…non ne sapevo niente :(
Mi fa piacere però che sei in fase di ripresa, daje ;)
Azz! ti conosco solo tramite i commenti sui 400, ma mi spiace un sacco per il brutto incidente.
Cazzo Axel, sorry anche da parte mia. Tieni duro e piglia a calci la vita!
Grazie a tutti ragazzi! Abbraccione.
axel torna a calciare tanti helicopter kick il prima possibile!
in bocca al lupo per tutto.
Accipicchiolina ! Non pensavo a una cosa del genere. Mentre leggevo l’elenco di fratture ho pensato che tu avessi tentato di rifare la scena dell’orologio di Project A di Jackie Chan ;) Meno male che ti stai riprendendo. La stoffa del calcista di razza si vede anche da questo: nonostante tutto quello che ti è successo sei qua, con noi, a scrivere e calciare. Lasciatelo dire da amico: sei un grande.
@Latte ho visto zombie 108 ma mi è parso assai greve e svogliato, non certo da top degli ultimi 10 anni (hai un po’ esagerato secondo me). Se così fosse d’altronde i vari resident evil che fine farebbero secondo te ? Team Anderson foreva.
Gianbiscuì, la saga di Resident Evil, al di là di Milla e -soprattutto- Sienna Guillory (da sbavare), come film non mi hanno mai detto una mazza…non dico che siano brutti, ma troppo levigati e fighettini, troppo glamour…
Preferisco la carnazza e la turpitudine di Zombie 108, che è sicuramente greve, ma svogliato non direi, ci ho visto dentro tanto amore e genuina malattia mentale…
Va bene che pare un film del cazzino, però daje un minimo di cura: sto film è svedese o danese? Si svolge in Danimarca o in Svezia? Si scrive Sorgenfri o Sorgenfrei?
Hai perfettamente ragione, grazie, è che ho scritto metà il pezzo convinto che il film fosse svedese poi mi sono accorto di aver cannato, ma mi devono essere rimasti indietro un paio di scheletri… comunque ora è tutto danesizzato.
Daje! : )
Ashtaggo, Scheletri rimasti indietro:
https://www.youtube.com/watch?v=Fr2zD99tBNU
Anche io voglio dead snow 3
Questo mi sembra peggio ancora di fear the walking dead
Hahaha, Fear of the walking dead! Grande Anna
Peggio della noia mortale di The Waliking dead la vedo dura, almeno questo dura solo 80 minuti.
Molto meglio l’italiano Eaters
http://www.i400calci.com/2011/07/eaters-vi-presentiamo-il-ssus/
Di cui non avete capito niente, io sono il primo a criticare l’italia, ma voi date ragione a renzino sui gufi, che parlano sempre male dell’Italia.
EATERS è brutto e noioso, ma soprattutto fallisce sul terreno in cui ZOMBIE 108 trionfa : lo zombie-movie putrido/weirdo.
so che non dovrei andare ot
ma avete saltato pure Inferno di Howard?
Che poi di solito non sto attento all’ autore del post a inizio articolo, ma quando ho visto Carpenter Brut ho detto: questo è stanlio sicuro.
Bo mikkelsen è un quasi jimmy bobo per chi non si ricorda il nome di Mads.
Pace fra.
Vorrei comunque far presente che anche su questi lidi è stato vergognosamente trascurato l’unico zombie-movie davero degno di nota degli ultimi 10 anni, ovvero il taiwanese ZOMBIE 108, l’unico ad avere l’arditezza di sposare i morti deambulanti ad una sottotrama con serial killer/maniaco sessuale ributtante che rinchiude e sevizia povere donzelle in un appartamento putrescente. Mica cotica.
ma quindi me lo devo vedere adesso.
http://www.i400calci.com/2012/10/zombie-108-ovvero-de-lo-gappo-tra-le-culture-di-oriente-e-doccidente/
Mi era sfuggita la rece, mi cospargo il capo di cenere…
p.s.
Si si, Anna guardalo subito !!
Guarda che l’ha recensito Miike qualche anno fa!
Ho ricominciato a vedere South Park con l’ultima stagione e tra le varie sottotrame c’è quella dei danesi che (spoiler?) vogliono eliminare l’anonimato su internet per causare una guerra globale e ridefinire il mondo che rimarrà a loro uso e consumo, facendolo diventare un’unica, efficiente, noiosissima Danimarca.
Per dire come sono visti dal resto del mondo.
Sbaglio molto se dico che mi ricorda quella zozzeria di Fear the walking dead?
Se è così, danish zombie non mi avrete!