Riassuntino: anno domini 2004 il settantottenne Roger Corman produce Dinocroc, un film di quelli lì con un coccodrillo però d’altri tempi, tre anni dopo Supergator, un film di quelli lì con un alligatore però super (tipo la benza), tre anni dopo SyFy se ne accorge e inizia un’amicizia di quelle che durano almeno due anni e poi non si sa solo il futuro ce lo dirà; Corman chiama il collaboratore di sempre Jim Wynorski alla regia (e qui ci starebbe una postilla sulle condizioni mentali dell’uomo, che per collaborare da vent’anni con un completo incapace ci vuole o tanto amore di quello anale o tanto rincoglionimento e incapacità di giudizio) e Mike MacLean alle sceneggiature per produrre uno dietro l’altro Dinocroc vs. Supergator, Sharktopus, Piranhaconda e Camel Spiders (o il film più del cazzo della storia dei film di merda) facendo poi eccezione con Dinoshark, casualmente il più guardabile dei cinque, chiamando Kevin O’Neill, quello di Dinocroc. Fine del riassuntino.
Guardando il trailer di Piranhaconda l’esclamazione fu solo una: MICHAEL MADSEN?! SRSLY?! Perché va bene vederlo in qualsiasi produzione di dubbio gusto ma vederlo in un film SyFy, beh, non ce l’aspettavamo (o forse sì? Chi scava con un vigore tale prima o poi il fondo lo raggiunge per forza). Togliamoci subito il dente: già al terzo minuto si capisce di quanto ne abbia per i coglioni di essere anche solo presente e che sia lì solo ed esclusivamente per la paga (che lui ha quattordici mogli sette amanti otto cani qualche gatto e i libri di poesie disperate da autopubblicarsi oltre che la retta dell’istituto di igiene mentale perché, lo sappiamo, è anche pazzo). La sua figura è una semiotica dell’avercene per il cazzo, si guarda intorno scazzato, recita battute guardando un cartellone tenuto in piedi da qualche povero stagista perché oltre ad avercene per il cazzo ed essere pazzo è pure cieco e qualsiasi cosa succeda lui non muove ciglio, continua a camminare un po’ gobbo sussurrando tra sé e sé “maccosacheccazzomavaffanculova”. Esempio al minuto due, il Piranhaconda emerge dal laghetto e mangia TUTTI quelli nelle vicinanze e lui sfoggia la più grande interpretazione di fotteseghismo della storia del cinema: guarda dietro le spalle, inclina la bocca, emette versi e se ne va. Il migliore di tutti, lì in mezzo. L’ho amato, l’ho amato nel suo essere così inutile per tutto il tempo, così fuori luogo, così privo del minimo sforzo artistico. Un uomo dalla carriera a rotoli di carta igienica ruvida che fondamentalmente se ne fotte di tutto e tutti e tanto figo da potersi permettere di non fare neanche finta di recitare; un uomo che chiaramente si svegliava cinque minuti prima di girare le scene ed andava a dormire cinque minuti dopo; delle riprese passate a farsi i cazzi suoi, con il suo cappellino sempre addosso e la sua camminata da gamba atrofizzata, e secondo voi Wynorski ha provato a dirgli qualcosa? No, perché se provi a dire qualcosa a Michael Madsen poi ti ritrovi con le palle su per il culo che ti fanno il girovita e, insomma, non è piacevole. O forse è anche vero che lavorare con un regista del genere dev’essere l’esperienza più umiliante che un attore possa affrontare quindi, forse, Madsen ha avuto tutte le ragioni del mondo per fare quel che gli pareva.
Peraltro ho passato tutta la visione, anche per colpa di una colonna sonora un po’ roots funky seventies classica di quell’altro là, a pensare che forse se non fosse stato per Mr. Blonde non ce lo cagheremmo poi così tanto, ce lo cagheremmo come, non so, un Vinnie Jones qualunque, un attore dalla carriera risibile ma dalla faccia incredibile e sarebbe più un’ammirazione da cultori di film del cazzo ma di menare che una roba globale di debito tarantiniano; un pensiero che comunque mi ha incasinato l’equilibrio ed è tutta colpa di quella testa di cazzo di Wynorski che ora smonterò, di nuovo, a dovere.
Jim Wynorski, inutile essere umano per cui già troppe parole ho sprecato e altrettante ne sprecherò. Riassuntino: INCAPACE. Fine riassuntino. Nonostante tutto però ero prontissimo a smentirmi e a scrivere che forse anche i peggio incapaci a volte ne azzeccano una, e invece è riuscito a rendere inutile e noioso anche il film con più tette, miglior grafica digitale e miglior attore della serie (sarà pure il più scazzato della cumpa ma è pur sempre l’unico attore con un nome, una carriera e delle capacità presunte ad aver accettato ruolo in questi film). La regia è svogliata, mai ispirata e senza alcuna idea o presunta tale; è macchinosa, noiosa, tutte le sequenze (tante) con il mostrone sono pallosissime perché tutte, tutte, uguali e ci sono almeno otto tizie tutte tette e guai che ne escano una che sia una (tutti sanno che almeno una tetta deve uscire o il senso filmico viene meno). Jim Wynorski, sei peggio di Carpenter che fa fare la doccia ad Amber Heard e si porta a casa solo un misero side boob. I primi cinque minuti però sono fighi, c’è il Piranhaconda che ammazza A TESTATE la sua prima vittima per poi prenderne A TESTATE un’altra e lanciarsi all’inseguimento di un elicottero: la CGI è ottima e anche se il mostrone non sembra realistico lo sembra comunque più di tutti gli altri mostroni visti sul canale ed io ero lì a battere le manine e pensare che dai, se continua così rischia di essere addirittura figo, però all’ennesimo decontestualizzato attacco del coso con la stessa modalità di tutti gli altri montato nello stesso modo di tutti gli altri mi è spaccato il cazzo dalla ripetitività. Non parliamo poi di certe sequenze dove non si capisce bene perché vengano inquadrate giungla e strade in campi lunghi come se ci dovesse essere qualcosa, lì in mezzo, ma del Piranhaconda neanche l’ombra. Wynorski non aveva alcuna idea di come girare tutto il film ed ha optato per una tecnica a sequenze a caso montate a caso che tanto chissenefrega della qualità VIVA LA MERDA! (cit.). Ha letteralmente buttato nel cesso tirando la catena e rompendola il film con più potenziale in termini di sangue, nudità e divertimento; anche la sceneggiatura, come al solito, fa schifo agli analfabeti e a tratti ci prova pure ad essere divertente ed autoironica, ma lo fa troppo raramente e senza convinzione finendo per sembrare un semplice ammasso di battute buttate lì in mezzo ad una storia del cazzo che si prende, come al solito, troppo sul serio, ed il mio giudizio a riguardo ormai è tarato nell’angolo commedia ed autoironia con il sorprendente Sand Sharks, una roba a cui non avrei dato cinque lire e che si è rivelata invece il film con dubbi animali più divertente dell’anno grazie ad una sceneggiatura semplice ma consapevole, e nell’angolo storia e personaggi e prendersi sul serio con Roadkill che, almeno da quel punto di vista, riuscì a tirar fuori dell’ottima scrittura e quindi ormai qualsiasi cosa non soddisfi almeno questi criteri verrà cassata ed etichettata come il peggio schifo.
Nel frattempo Michael Madsen si aggira sonnambulo per il set leggendo ad alta voce poesie dalla metrica discutibile.
“Nella giungla tra le fronde
donne nude fan le ombre
cinesi.”
Quindi è così: per l’ennesima volta Corman ha fallito dando in mano a persone incapaci e prive di idee del materiale pieno di potenziale. Non è nemmeno un film da vedere con gli amici ubriachi perché non c’è nulla con cui divertirsi veramente, solo qualche strizzatina d’occhio qua e là allo slasher in quanto genere e poi la scena in cui SPARANO AL REGISTA. In pratica c’è la storia un po’ meta di una troupe che sta girando uno slasher nei boschi, tale troupe viene rapita da dei banditi e uno di loro SPARA AL REGISTA (solo in un piede, però) ed insulta lui ed i suoi film ed io ero lì in piedi sulla scrivania che urlavo SPARARE AL REGISTA! SPARARE AL REGISTA! SPARARE AL REGISTA! Mi sentivo compreso, non so se vi è chiaro. Mi sentivo finalmente capito, per la prima volta c’era empatia tra me e un personaggio, anch’io volevo SPARARE AL REGISTA ed insultarlo, anch’io volevo porre fine alla tortura che quell’uomo inutile sta esercitando su un genere cinematografico a me molto caro, quello con i mostri giganti. Anch’io volevo finalmente esultare, considerarmi paladino della giustizia cinematografica e sentirmi finalmente libero. SPARARE AL REGISTA! SPARARE A JIM WYNORSKI! MORTE AL DEMONE JIM WYNORSKY! MORTE AL DEMONE MIKE MACLEAN!
<colpo di pistola>
<dissolvenza in nero>
DVD-quote:
“Un film che fa venire voglia di SPARARE AL REGISTA! SPARARE ALLO SCENEGGIATORE! SPARARE A TUTTI!”
Jean-Claude Van Gogh, i400calci.com
mi sono divertito (a leggere il pezzo).
grazie
ma corman da quant’è che campa di rendita ormai…???
comunque mi piacerebbe conoscere wynorski di persona…
Viva la merda è stata una gran citazione.
Jim Wynorski sarebbe fiero di te.
ma io penso che sti film di merda VE LI MERITATE, visto che ormai sono ANNI che sul web impazza la MODA dell’amore per i film di merda. POi però li vedete e dite hey ma è brutto! MA VA! poi però esce un NUOVO film di merda e voi gli date una CHANCE perchè siete CURIOSI. Ben vi sta!
Il punto fondamentale, berto, è che questi sono film dalla premessa facilissima e dalle potenzialità ben precise. Sono film con i mostroni ed i film con i mostroni ci piacciono, sono film che dovrebbero essere divertenti e senza la minima pretesa ma che dati in mano a gente come Wynorski finiscono per non esserlo. Qui la moda dei film di merda non è mai arrivata, non abbiamo mai incensato alcun film perché brutto ma abbiamo sempre cercato di trovare del buono anche in quelli che di buono sembravano non avere niente. “hey ma è brutto” non lo abbiamo mai esclamato e che Piranhaconda non fosse un bel film lo sapevamo tutti, ma c’è modo e modo di essere un bel film e modo e modo di essere un brutto film, basta saper contestualizzare.
Spara all’ostaggio! (Cit.)
Lunga vita a Wynorski! Spero ne escano a vagonate di film di merda come i suoi perchè la LA LEGGE DE I400CALCI sancisce una relazione di proporzionalità inversa tra qualità del film e bellezza della recensione.
Devo assolutamente recuperare quello degli squali nella rena…
Ma come… io speravo che avessero addestrato un piranhaconda per le riprese! Maledetta CGI! Mi fai credere a cose che non esistono come draghi, troll giganti e camionisti che alla rotonda rispettano il “dare la precedenza”! :(
Eppure gli vorremo bene per sempre per Chopping Mall.