Volevamo raccontarvi un pugno di film di James Bond in preparazione a quello nuovo, la cui uscita era prevista per il 10 aprile 2020, ma poi è stato spostato al 30 settembre 2021. Un anno e mezzo dopo.
Allora, siccome di colpo avevamo tempo, ci siamo messi lì e ve li abbiamo raccontati TUTTI.
Ci siamo fermati prima dell’arrivo di Daniel Craig, tanto per tenerci un antipasto più ravvicinato: siccome Skyfall e Spectre li avevamo già coperti alla loro rispettiva uscita originale in sala, ce ne mancano solo due.
A voi, finalmente, gli ultimi pezzi di questa gloriosa cavalcata intitolata Le Basi: 007.
Adesso. Oggi. 15 anni dopo l’uscita al cinema possiamo dirlo con grande tranquillità: il vero contributo alla storia della saga di tutto il mandato Craig è l’attacco di Casino Royale. Ma non la sequenza in bianco e nero, non il parkour, non i titoli di testa, quanto tutto questo insieme: 19 minuti e 35 secondi pazzeschi che annullano tutto e ricominciano da capo sia tematicamente, proponendo un personaggio ad inizio carriera e per molti versi inesperto, sia formalmente, chiudendo con il passato e aprendo al presente.
Ovviamente è tutto Martin Campbell, già a partire da quella prima scena giocata su due momenti temporali diversi che introduce un tipo di azione nuova, più moderna del suo tempo. Non era quel tentativo di seguire la moda visto con Timothy Dalton, era un mettersi davanti alle mode, là dove (in America) solo Jason Bourne aveva osato. Per la prima volta da decenni i film di 007 erano un po’ avanti al proprio tempo, dettavano la linea e non inseguivano. Martin Campbell aveva già creato un Bond, e benissimo, con Goldeneye, ma qui rilancia e si supera. Dopo la sequenza in bianco e nero ci sono i titoli di testa, tutti silhouette in rotoscoping da videogame anni ‘90 ma con un gusto moderno da Macromedia Flash (“moderno” fa un po’ ridere abbinato a Flash ma ci siamo capiti) e uno dei brani migliori mai usati per un film di 007, You Know My Name di Chris Cornell. Quando si dice l’allineamento dei pianeti.
Quella in bianco e nero è la sequenza d’attacco, storicamente quella d’azione, il fatto che dopo i titoli di testa ce ne sia un’altra molto più imponente è un messaggio impossibile da equivocare. Questo è un Bond che si racconta tramite l’azione. È il primo film di Craig e dopo aver spiegato che è un neo-agente con il doppio 0 appena conquistato ora bisogna spiegare la sua personalità, cosa lo differenzi dai precedenti. E viene raccontato tramite l’azione perché quella è la lingua che Campbell parla meglio di tutte.
Tutta la parte del grande inseguimento racconta che questo Bond è pesante e grosso, gli viene contrapposto appositamente un bersaglio agilissimo, asciutto e rapido, per mettere in evidenza che lui è il contrario. Sébastien Foucan è uno dei padri fondatori del parkour, in particolare del free running, e per prenderlo Bond guida un bulldozer sfondando tutto, non passa inosservato, non è più furbo. Anzi se qualcosa ci dice quella sequenza è che è disposto a tutto, a rischiare la vita saltando da una gru all’altra pur non essendo agile come Foucan, e solo per prendere un terrorista singolo. È l’uomo nuovo di una nuova era dello spionaggio, quella in cui un singolo può fare danni come l’11 settembre, e che quindi preferisce fermare i terroristi uno ad uno invece che tagliare la testa dell’organizzazione. Che addirittura preferisce inseguire Claudio Santamaria, attentatore d’aeroporto, invece che lavorare a livelli più alti.
Finirà tutto in un’ambasciata in cui farà casino, senza riguardo per le videocamere di sicurezza e gli allarmi, spara, uccide e trascina via ottenendo come ricompensa lo zaino che il bersaglio aveva addosso contenente dinamite e un cellulare. Una volta ci sarebbero stati microfilm, informazioni cruciali (una informazione c’è, l’SMS con scritto Ellipsis, ma non è proprio cruciale è più un indizio dell’enigma) o questioni di sicurezza nazionale; una volta, in parole povere, Bond avrebbe rischiato così tanto solo a fine film e solo per impedire disastri immensi, non all’inizio della storia, in una missione qualunque e per sventare un singolo attentato in Madagascar.
Questi quasi venti minuti in controtendenza con tutta la tradizione finiscono con uno stacco di montaggio (quello sì) davvero tradizionale, una silhouette controluce di una donna che esce dall’acqua e sale su uno yacht.
Il Bond nuovo è grosso, pesante, violentissimo, si sporca le mani in Madagascar meglio di come non gestisca i rapporti con l’MI6. Viene cazziato malissimo da M, e giustamente, perché fa finire un’operazione delicata sui giornali lasciando una scia di morti dentro un’ambasciata, è un errore che i vecchi Bond non avrebbero mai commesso. Poi però incontra Eva Green. Dio santo Eva Green… È lei, tra le altre cose, a spiegare a tutti, mentre squadra Bond, che nonostante indossi l’abito giusto lo porta con disprezzo, il che tradisce il fatto che lui non provenga da quel milieu.
Addirittura gli dovrà procurare lei la giacca giusta per la serata del poker, quella in cui ciò che Connery avrebbe risolto con un paio di puntate al momento giusto, Craig risolve perdendo tutto, facendosi prestare i soldi dalla CIA, uccidendo due persone, sfiorando la morte egli stesso e solo alla fine puntando bene. Il film è tratto direttamente da un libro di Fleming (uno dei pochissimi degli ultimi anni ad esserlo) in cui Bond è effettivamente poco esperto ma di certo non così rozzo. È la maniera in cui il film è diretto e adattato però a rendere questo 007 quanto di più lontano ci sia dall’immagine del Bond cinematografico che ricordiamo. Non è il migliore ma fatica ad esserlo e proprio tutta questa è il segreto della grande azione: vedere lo sforzo. E di nuovo lo vediamo in un’altra scena d’azione coreografata benissimo, quella delle scale, in cui un normale combattimento è arricchito dal fatto che Vesper Lynd cerca di sfuggirgli.
Questo Bond ragazzino e arrogante che a screzio parcheggia male la macchina di chi lo ha scambiato per parcheggiatore è un ribelle che usa le credenziali di M senza il suo permesso per ottenere informazioni su LeChiffre, ovvero il grandissimo Mads Mikkelsen quando ancora non sapeva recitare ma lo stesso aveva una faccia che bastava ed avanzava. Un Bond così stalloniano e proletario che addirittura non va fino in fondo con Caterina Murino (forse la bond girl secondaria migliore di sempre) e si innamora della bond girl primaria.
La scena non d’azione che non sarebbe mai stata in un film di 007 antecedente a Casino Royale è in questo senso quella della doccia. O meglio, in una doccia con una donna Bond ci è sempre andato, ma mai vestito innanzitutto e mai per piangere sotto il getto e consolarsi abbracciati tutto il tempo (sarà bellissimo lo stesso!). Lo 007 di Craig alla prima missione con doppio 0 si fa fregare da tutti i punti di vista, fa tutti gli errori possibili. Anche innamorarsi. Alla fine dirà il suo nome, guadagnandosi l’iconica battuta. Ma questi errori li sconterà in tutti gli altri film che verranno. Che è l’altra novità: i film collegati tra loro, anche se all’epoca di Casino Royale ancora non lo sapevamo.
Tutto quello che sarebbe venuto dopo non avrebbe mai nemmeno aspirato ad essere a questa altezza, perché avrebbe smesso di raccontare il personaggio tramite l’azione ma avrebbe rigidamente separato le scene spettacolari da quelle intime, avrebbe lavorato con i dialoghi per dare informazioni non solo sulla trama, ma anche sulle intenzioni dei singoli, invece di usarli come ciliegina di giochi di sguardi, cazzotti o esplosioni. È una questione di priorità, cosa un regista sceglie di mettere davanti. Marc Foster e Sam Mendes, registi che non vengono dall’azione, in 3 film hanno rovinato questo Bond rendendolo una maschera di durezza e dimostrando di non avere idea di quale sia la componente interessante di un action hero. Non quello che pensa e prova tra una scena d’azione e l’altra ma la maniera unica e personale in cui interpreta l’azione e cosa questo ci dice di lui.
Bond Girl & Bond Villain by Gianluca Maconi:
Dvd-quote suggerita:
“La più grande promessa non mantenuta di tutta la saga”
Jackie Lang, i400calci.com
Ricordo che all’epoca fece storcere al bocca e gridare alla bestemmia tutti i bond-fan di vecchia (ma anche recente) data. Bond torturato a colpi sulle palle come in un video di kink.com? Ma che stiamo scherzando?
Bella la riabilitazione che ne avete fatto qui nell’ottica di action movie “puro”.
Se avessi letto il libro, scopriresti che la scena è pari pari quella, Le Chiffre si vanta perfino della semplicità essenziale della tortura mediante battipanni contro testicoli, prima di essere liquidato da un agente russo, che risparmia la vita a Bond e gli sfregia la mano per poterlo riconoscere. Puro Fleming.
Infatti credo sia in assoluto il film di Bond più fedele al libro, e fa impressione perchè si parla di un libro uscito tipo 60 anni prima del film….
Per me uno dei migliori Bond in assoluto (film ma anche il libro)
gran film anche senza l’etichetta di 007…per me il migliore con Skyfall
Ovviamente per darvi un tono non potevate esimervi da spalare menta sui sequel. Classico esercizio di stile che gira a vuoto, buono per il dams o cosine del genere, ma niente di piú.
Cari recensori il miglior fico del bigonzo, quello che i mangiapatate sassoni chiamano best of the bunch é Skyfall, sul quale si sorvola spesso senza comprenderne la genesi. Non ha eguali come intensitá narrativa. Gira come uno spartito musicale. É un orgasmo comunicativo senza precedenti nell’universo 007.
Ma da chi reputa il placido e molliccio Brosnam un buon 007, che ha rivoluzionato la serie (LOL) c’é da aspettarsi anche di peggio.
ma perché leggete questo blog se non vi garba? vi pagano per scrivere vaccate?
Smettila Ste di fare il grosso, non conti nulla su 400 calci.
Non sarai mai in grado di scrivere di film lascia perdere. Disagiato.
a me non interessa di scrivere di film…tu piuttosto che cambi nome per ogni messaggio delirante che scrivi…non è che vorresti ma non ti si caga nessuno?
Ste i tuoi commenti su 400 calci rispecchiano la tua pochezza. Ti si tratta con compassione. Ora vedi pure i fantasmi. Vai su tik tok disagione di un disagione.
All’epoca veramente non sapevamo a cosa stavamo andando incontro. Arrivavamo da anni di vuoto dove Bond era stato sorpassato da chiunque e 007 era diventato una macchietta. L’involontaria parodia di se stesso, peggio pure (se la vediamo sotto un certo punto di vista) degli anni nerissimi con Moore.
Casino Royale in un colpo solo svecchiò il personaggio e con una intro spettacolare cancellò con un colpo di spugna 40 anni di film e riportò 007 in testa al gruppo. Craig (ma vi ricordate le polemiche per la scelta di Craig come nuovo Bond?) risultò perfetto per il ruolo che avevano in mente Campbell e la produzione. Un buzzurro grezzissimo, inesperto, rude ma duro come una roccia che picchia come un fabbro e non si ferma mai. Disposto a tutto per portare a casa la missione. E che non bada al sottile. Una non-spia, come eravamo abituati a conoscere, ma la sua evoluzione sotto steroidi.
Scusami, non per fare polemica, ma quando scrivi:
Un buzzurro grezzissimo, inesperto, rude ma duro come una roccia che picchia come un fabbro e non si ferma mai. Disposto a tutto per portare a casa la missione. E che non bada al sottile. Una non-spia, come eravamo abituati a conoscere, ma la sua evoluzione sotto steroidi.
su cui, per inteso ti do perfettamente ragione nel senso che Craig è così, che cosa è rimasto di Bond? Cosa lo distingue da Bourne, Mission Impossible, Fast & Furious o altri prodotti? Campbell aveva innovato e fatto un buon film con Brosnan, svecchiando un personaggio, attualizzandolo ma senza fargli perdere le sue caratteristiche. Anzi, era stato capace, insieme a Brosnan, di fondere le caratteristiche dei suoi predecessori con abilità.
@Robert Redford:
Hai ragione, la spia fresca di “00” come il Craig di questo film è palesemente un non-Bond. Certo, è affascinante e carismatico ma non ha nulla del “James Bond classico”. Ma nel corso del film (e più ampliamene nel dittico d’esordio di Craig) via via il personaggio acquista aspetti chiave. Un maggior sottigliezza, discrezione, maggior fascino,… Oltre alla battuta classica dove recita il nome. E diventa così l’evoluzione di Bond. Che non è quello originale sia chiaro, che 60 anni dopo sarebbe anacronistico ma è la cosa che più possibilmente si avvicina all’originale.
Se vuoi la mia, il fascino del “personaggio Bond” è intramontabile e un spy story classica di basso profilo me la guarderei molto volentieri. Ma sono gusti personali che probabilmente non incontrerebbe quelli del pubblico in generale. Hanno mediato e ne è uscito un buzzurro-ripulito che ha tutto sommato centrato il bersaglio. Ethan Hunt o Jason Bourne nascono così e a fine film sono uguali all’inizio, non evolvono. Mentre Bond (questo Bond intendo) si modella via via diventando più “classico”. Non so se mi sono spiegato…
concordo con chi scrive sopra…dire che non si distingue o che si fatica a distinguerlo dai vari action hero più moderni insomma….già qua ci sono due bond girl che cadono ai suoi piedi (ma veramente ci si può immaginare un Bourne che cucca la Murino? ), l’auto di rappresentanza e un’eleganza un po’ appiccicata ma che riesce a fare sua (appunto poi il personaggio si evolve…Pierce era perfetto forse come Bond classico…però come già detto nelle recensioni vecchie…per il resto era un soprammobile e un briciolo di freschezza era necessario).
Dettaglio meglio il mio punto di vista: Casino Royale è il migliore dei Bond di Craig seguito da Skyfall ed è vero che nel corso del tempo il personaggio ha una sua evoluzione, paradossalmente forse più dei Bond classici. Concordo che era necessario innovare anche perchè gli ultimi di Brosnan apparivano sempre più esagerati (ma su questo fatemi dire che l’attore ha poca colpa). Però è pur vero che è un Bond introverso, quasi crepuscolare, che usa l’alcool più per affogare le proprie debolezze e vulnerabilità che per lo sfoggio del vodka martini agitato non mescolato. Poi è vero che in Casino Royale ancora ci sono degli elementi del Bond classico che non è solo l’Aston Martin ma si perdono in un’estetica troppo “buzzurra” per usare l’espressione sopra. Bond che esce dall’acqua con quei muscoli sfoggiati sembra più Stallone. Gli attori precedenti, pur essendo prestanti, non erano così massicci. Di fronte a Craig anche Squalo dovrebbe intimidirsi. Bond ha sempre avuto la capacità di uscire dalle situazioni di pericolo non con la forza fisica ma con l’astuzia, l’abilità, le invenzioni di Q, l’intuito. Qua abbiamo un gorilla che sfonda letteralmente le pareti e va bene che siamo all’inizio della sua carriera ma non mi pare che nei film successivi diventi tanto più discreto. A questo io sommo la faccia di Craig che non fa nulla per cercare di cogliere quell’ironia di fondo che c’è stata sia in Connery, di più in Moore, meno in Dalton e poi di nuovo in Brosnan. Non dico di tornare a Moore che saluta la tizia in elicottero ne la spia che mi amava intenta a ucciderlo però ci sono diversi gradi intermedi.
sicuramente Craig (che comunque è un bravo attore) ha/aveva una fisicità senza precedenti per gli standard bondiani classici e la sua storia di giovane dall’infanzia difficile si scontra con quella dei suoi predecessori (io i libri non li ho letti, ma gli altri sembrano tutti degli impiegati di banca modello laureati a pieni voti all’accademia delle spie anni 50 60 70…). L’ironia nello sguardo purtroppo, al netto delle scenggiature, si ha o non si ha, e a qualcosa si deve pur rinunciare…si è compensato però con delle trame un pelo più realistiche (nei limiti del possibile) e situazioni quindi meno clownesche di quelle in cui si ficcava Moore o Brosnan (ho sempre trovato abbastanza ridicolo che Pierce con tutta la sua classe innegabile, dovesse ritrovarsi a fare surf su una cascata con un ciuffo inspiegabilmente sempre al suo posto).
Inoltre questo Bond si è deciso che, a parte qualche sscappatella “di lavoro”, deve sempre soffrire, mentre gli altri salvavano il mondo con una spensieratezza disarmante…di spazi per ironia e battute Craig non mi pare ne abbia mai avuti. Di sicuro questo film per gli amanti del genere è stata una bella botta.
@ste
se consideri che per lo stesso Fleming un ottimo Bond sarebbe stato David Niven, capisci come mai la scelta degli altri con quella fisicità
Mi permetto di dire che questa recensione è, a mio avviso, la recensione definitiva su Casino Royale. Condivido dalla prima all’ultima parola. Soprattutto il finale e la giusta osservazione relativamente il fatto che i sequel post-Casino hanno sbagliato il tono. Bravo Jackie!
Vero.
Vero. Il problema dei Bond di Daniel Craig sta proprio nel fatto che andando avanti l’hanno “normalizzato”, riportandolo a ciò che era.
“uno dei brani migliori mai usati per un film di 007, You Know My Name di Chris Cornell”
Mi sono fermato qui, tutto quello che c’è scritto dopo è sicuramente sbagliato
(scherzo, sono andato avanti e in realtà ho trovato almeno un 50% di cose giuste)
Se ho mai letto una meta-recensione, questa lo è.
Mi ci sono trovato perfettamente fino al finale in cui (ovviamente a mio parere) sbaglia tutto. Esattamente come Casino Royale.
Casino Royale all’inizio è narrazione perfetta: restare fedeli al Bond del libro mutuandolo però nel mondo post 11 Settembre, neanche più “post guerra fredda”. Un mondo in cui tutti sono impreparati perchè tutto è andato a …tane, in cui l’MI5 è solo più il Servizio Segreto di un paese che non ha più la rilevanza di mezzo secolo prima. In cui i tempi tra decisione e conseguenza, che si tratti di un attentato o del tempo di crociata di un missile balistico intercontinentale si sono ridotti al punto che la pianificazione (figuriamoci la dissuasione) è diventata un lusso.
Perfetto… fino ai circa 15 minuti finali, barocchi, superflui, pornografici nel descrivere un dramma posticcio.
I 15 minuti più lunghi io abbia mai subito in un film.
Incomprensibili.
Come è incomprensibile per me leggere che i film successivi hanno “rovinato” questo Bond. Posso accettare le eccezioni del caso per “Quantum of Solace”, ma “Skyfall” è esattamente il successore di questo Bond fino all’ultima cicatrice fisica e mentale.
fate fare più film a martin campbell.
La sparo grossa: il film che ha svecchiato Bond.
Non dico che accusasse l’età, ma di questi tempi in cui le icone sono usa e getta e i gusti del pubblico sono volubili e capaci di cambiare nel giro di pochissimo tempo non mi sarei stupito se anche 007 avesse cominciato a perdere terreno al cospetto dei vari John Wick e Fast&Furious.
Casino Royale è stato decisivo nell’evitare tutto ciò
Gran film d’azione, gran ritmo, scene spettacolari!
Sequels non all altezza purtroppo anche se quello con Bardem mi piace..
Con Royale hanno indovinato un nuovo stile e un nuovo tono, tanto di cappello a Campbell!!
Vorrei candidarmi al premio Duh!™ 2021 puntualizzando che “Questione di riflessi” è una citazione di Grosso Guaio a China Town.
Mi colpì un articolo di Cracked* (ok, non proprio i Cahiers) che segnalava come i film di Craig fossero tutti delle false partenze.
Si comincia sempre con un Bond che non è ancora Bond (troppo giovane, troppo grezzo, troppo ingenuo, troppo fuori forma…) e si finisce con un Bond che finalmente è pronto, è sicuro di sé, è quello che conosciamo. Salvo tornare a essere inadeguato all’inizio dell’episodio successivo.
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(*) Se interessa l’ho ripescato:
https://www.cracked.com/article_25892_the-real-problem-with-james-bond-franchise.html
Molto intelligente come osservazione. Non hanno torto
L’osservazione più interessante e illuminante (di un articolo comunque piuttosto divertente) è notare che il principale problema dell’ “era Craig” è la mancanza di un film che raccordi Casino Royale e Skyfall.
Facendo una battuta è come se nella transizione “giovane promessa, solito stronzo, venerato maestro” mancasse il film sul momento “solito stronzo”.
Penso che la fase “solito stronzo” l’abbiano saltata perché incidentalmente Skyfall cadeva nel 50^ anniversario della saga e quindi hanno dovuto “restaurare” in fretta e furia un po’ tutto quello che stavano impostando nei film precedenti per coniugare il percorso di Craig e relativa continuity con l’icona pop da celebrare.
Più in generale, la modalità “solito stronzo” non credo sia consentita a 007. Venerabile Maestro, da sempre, giovane promessa, per una volta ci sta (si era tutti in fotta da prequel), ma solito stronzo giammai!! Quella la lasciamo a Jack Ryan e a Jason Bourne. Chissà, forse nella prossima incarnazione, ma dubito.
State forse suggerendo che Daniel Craig sia l’ispettore Coliandro degli 007?
Bestiale!
La chiusa finale è tipo perfetta. In generale è tutto al posto giusto in sta recensione.
Poggio qui anche se non c’entra. https://www.reddit.com/r/mildlyinteresting/comments/pt9vok/an_original_sealed_copy_of_bruce_willis_debut/?utm_medium=android_app&utm_source=share
Avete (incredibilmente) tralasciato il dialogo più sovversivo di tutto il film:
James Bond: Un Vodka Martini!
Barista: Agitato o mescolato?
James Bond: Che vuole che me ne freghi?
bravo!
bel film, ma continuo a preferire sean connery
È effettivamente un ottimo film d’azione puro. Quindi non un film di James Bond.
È effettivamente un ottimo film d’azione puro. Quindi non un film di James Bond. Perché se manca quel pizzico di brillantezza non è un film di Bond.
La ‘carbonara’ con la panna è più diffusa nel mondo, e a livello globale piace di più. Ma non è la carbonara.
Questo ‘Bond’ piace, è un bel film, ben confezionato, ma non è (più) Bond.
Che dire… era ben difficile trovare la quadra tra stile, ironia, eleganza, azione… ben più facile scimmiottare gli action made in usa. Begli incassi e ragazze in calore per un burino muscoloso: un altro prodotto uguale a tanti altri, quando il filone Bond – quello vero – aveva generato dozzine di imitazioni, più o meno riuscite. Forse lo è anche questa, virata fortemente verso un gusto rozzo e banale – o moderno, se preferite
solite estremizzazioni per darsi un tono …
Non è un brutto film, anzi.
Tuttavia considera questo: in dalla Russia con amore, di Fleming, Bond sgama il cattivo per via del nodo alla cravatta: non perché fosse eseguito male, ma perché il tipo di nodo scelto era inappropriato! (Nel film questa finezza dandy era stata sostituita dalla scelta dei vini) Poi vedi la locandina nella quale Craig ha il papillon slacciato tipo invitati al matrimonio a tre quarti della cena … e… non è Bond, è un CraigBond, tipo BrundleMosca, ecco tutto
@CapBrittels
Semplicemente perchè NON E’ ANCORA Bond
Poi può piacere o meno la scelta che è stata fatta, ma è chiara fin da subito e per tutto il film. E non è un caso secondo me che la scelta sia stata fatta portando in scena il primo libro della serie di Fleming
Craig è il Bond più fedele ai libri (serissimo e antipaticissimo).
Ma un personaggio è anche ciò che diventa nell’immaginario collettivo al di là delle intenzioni dell’autore.
Dalton è il Bond migliore perché ha saputo sovrapporre entrambe le cose: ha recuperato la durezza action dei libri, ma ha evitato di apparire freddo e sgradevole recuperando un po’ dell’eleganza di Connery e un po’ della simpatia di Moore.
Scusate, ma a proposito di Martin Campbell, a quando la rece di “The Protégé”?
Minchia raga ma se il prossimo Bond dovesse essere di colore o dio-non-voglia una femmena vi suicidate in massa?
e perché mai? se fosse una donna sarebbe semplicemente un film con l’etichetta 007..ma niente altro visto che si parla di una spia uomo..poi se invece fosse nero giallo navajo o gay sarebbe solo una sfumatura aggiintiva divertente in più…avrebbe senso wonder woman uomo?
Concordo con ste, Bond non bianco sarebbe una leggerissima variazione sul tema, Bond donna sarebbe un altro personaggio (Atomica Bond?).
di colore no problem, se lo fanno donna per me il suicidio è loro (al botteghino)
poi non ho niente in contrario a introdurre parallelamente una spia donna nell’universo bondiano
L’idea non è nuova. Vent’anni fa il personaggio di Halle Berry in Die Another Day doveva servire come gancio per uno spin-off su una spia donna.
Se fosse donna non sarebbe 007, se fosse nero probabilmente si.
Basta non fare la fine di cenerentola con la fata madrina interpretata da Billy Porter.
Se come Bond scegliessero Idris Elba, come si vociferava tempo fa, altro che suicidio: sarebbe una figata!
Bond donna no, semplicemente senza senso
Vuoi fare un gran film con una spia donna: peccato, arrivi tardi, c’è già, e senza bisogno di appiccicarci sopra un inutile Bond
Che il vezzo di Bond di presentarsi con la combo “cognome/nome-cognome” la “ruba” al personaggio di Giancarlo Giannini è gia stato detto?
Per come la vedo io questo Bond nasce nel 2002 con xXx e The Bourne Identity. Questo primo episodio è il migliore ed’ vero,i tre che lo seguono ci sfrangicano i coglioni con i sentimenti che prova Bond o altre cazzate di questo genere.
Ma perché nell’articolo si dice che Mikkelsen non sa recitare? Mi ricordo che in un’intervista il buon Mads raccontava che Campbell gli chiese di non sbattere mai le palpebre per risultare più minaccioso. Questo non fa sì che lo definisca un grande attore ma impegnato si è impegnato, dai, un villain freddissimo che perde la calma solo quando ha perso tutto. Per uno dei cattivi migliori, meglio di Christoph Waltz col pilota automatico…